«Un altro fatto venne ad accrescere l’angoscia della intera popolazione, negli ultimi tempi. Alcuni grandi ufficiali tedeschi erano andati a fare delle osservazioni e prendere delle misure sulle alture del monte di Rocca di Cave. In quest’occasione, un gran segnale, con tinta bianca e nera assai visibile, fu piantato sul campanile di S. Carlo, forse come punto di riferimento. Vero o no, quel che si disse, il fatto certo fu che, di lì a poco, due avvenimenti si verificarono presso di noi. Molti soldati tedeschi, aiutati dai nostri cittadini, erano impiegati a fare un grande trincerone. Partendo da Cave, Collerano e sulle falde della montagna di Rocca di Cave, sarebbe arrivato fino a Velletri! Il lavoro infatti, fu cominciato in più punti. Col fare un gran fosso e mettere a sud di esso, copiosi e intricati intrecciamenti di fil di ferro spinato.
L’altro avvenimento fu che si cominciarono a fare, poco sopra S. Maria del Monte, sulla montagna di Rocca di Cave, con una macchina perforatrice, il cui stridore si sentiva a molta distanza, varie buche sulle pietra. Avrebbero dovuto – si diceva – contenere cannoni di grossissimo calibro per la grande resistenza che i tedeschi avrebbero fatto proprio qui a Cave, dopo lasciato Cassino e Nettuno.
L’impressione, la paura, le trepidazioni per questa probabile resistenza Tedesca a Cave – che avrebbe causato il tanto temuto rastrellamento di tutta la popolazione e distrutto quanto di fabbricati, alberi, vigneti, stabilimenti, chiese erano a Cave e sul suo territorio – fu semplicemente enorme. Tanto piu che i soliti bene informati davano già per sicura la cosa, coi più svariati particolari. Il trincerone era solo a pochi passi da Cave, cominciando esso dall’oliveto dell’ingegnere Antonino Clementi, a Collerano o Pratarone, per proseguire su Santo Stefano Vecchio, Speciano, Morino, Valli, Colle Casalecchio, e poi per colle Cruci, Cipolletta, Valle Copella, Valmontone e Velletri.
E difatti, il lavoro già stava un bel pezzo avanti, quando fu bruscamente sospeso. Sia ringraziato Dio! Sospeso, forse perché si avvicinava la cacciata dei tedeschi? Non sappiamo. Il fatto ha visto da allora le cose precipitare davvero. Alcuni tedeschi avevano detto in confidenza ad alcuni loro inservienti di qui, che, ormai, era questione di ore per la fine, perché le cose sul fronte di Nettuno peggioravano per essi, di giorno in giorno».